La sentenza contro le streghe di Nogaredo
ch'esse et cadauna d'esse han negato il nostro grande Iddio, creatore del cielo e della terra, trino e uno, con haver renuntiato al sacramento del Battesimo, havendo fatta tal renuntia avanti il demonio in ispecie et forma umana, seducendosi una per l'altra a comettere tal mancamento, e permettendo, per maggior damnatione delle lor anime, d'essere rebatizzate una dall'altra con nuova infusion d'acqua sopra del capo, alla presenza dell'istesso demonio, che in quell'atto sempre se ne stava, a guisa di leone, per alegrezza ruggiendo; mutandosi il suo vero nome, hauto nel fonte battesimale in alto nome comenticio, sotto il qual compiacevansi esser chiamate, e dal detto demonio essere signate in alcuna parte del corpo, con ferro fogato, dando rispettivamente a quello in segno della loro fedeltà verso diluì alcun fragmento della propria veste, per essere scanzelate dal libro d'eterna vita, e poste in quello di eterna damnatione;
pervenendo a tanta perfidia, inhumanità et empietà, che, non solo se stesse s'han consacrate al demonio, ma indotte altre persone, et anca le proprie figlie, a renuntiare al sacramento predetto del Battesimo, e promesso quelle essere all'istesso demonio, padre delle bugie, consacrate; al comando del quale, inimico del genere humano, s'eran obbligate far ogni sorta di mali e scelleratezze;
che con nefandissimo onto s'ontavano per prescrizione dell'istesso demonio in alcuna parte del corpo, e a hore comode erano portate dal demonio in sinagoge e luoghi dove si faceano diversità e quantità d'incantationi, sortilegi, giochi bestiali, et hereticali stregamenti in honore e culto dell'istesso Belzebò, principe di tutti li demonii;
portando in dette sinagoge e maledetti congressi, cadaveri di fanciulli che furtivamente da cimiteri exhumavano in tempo di notte; et quelli al demonio lor signore, che tramutato in forma di becco sopra d'eminente trono se ne stava, offerivano, alcune parti a lesso et altre a rosto; conservando alcuni grassi e parti del corpo per far violenze, veneficii, stregamenti, causando danni infiniti e infirmitadi incurabili;
maledicendo con le br sacrileghe lingue et hereticali il nome del nostro grande Iddio, della gloriosissima Vergine sempre immaculata e di tutti li Santi del Paradiso, ogni volta che componevano li diabolici onti per commettere stregamenti, e polveri mescolando diversità d'herbe, grassi et altre robe, con il Santissimo Sacràmento dell'Eucarestia, che con mani sacrileghe han tratto fori de boca, quando nella santa Chiesa di Dio a quello indegnamente si sono accostate; facendo dani a persone, animali, e destrugendo diversità di frute de campagna con incanti, tempeste, venti e tempi impetuosi; facendo alegreze, festini, e balli avanti le chiese a sprezo della gran maestà di Dio benedetto, attribuendo il tutto a gloria del diavolo lor signore;
aggiungendo sempre mali a mali, cometendo fornicatione e respetivamente sodomia insino coll'istesso diavolo;
visto il processo con li testimoni essaminati, dove manifestamente si comprova il corpo dei diversi delitti per esse comessi; oltreché havendo dato competente termine a dete ree per far le sue difese, et a Isabetta Gratiadei e Polonia sua figlia apsenti, citate e proclamate a comparere e presentarsi per scolparsi, nè curandosi comparere, ma restando tuttavia contumaci; qual contumacia le rendono più colpevoli di tanti delitti;
viste le dottissime difese e viste finalmente le cose che devonsi vedere; reinvocato il nome della Santissima Trinità, da cui ogni retto e giusto giuditio procede; sedendo in questo luogo pro tribunali; sententiamo e condanamo le predette Dominica Camelli, Lucia Caveden, Dominica Gratiadei, Catterina Baroni, Zinevra Chemola, Isabella e Polonia Gratiadei, che per il ministro di giustizia a tutte, et a ciascuna di esse, sopra le Giarre, luogo a quest'effetto destinato, gli sii tagliata la testa dal busto, a tal che se ne morino e l'anime loro si separino dalli corpi: et inoltre li cadaveri vengano abbruciati e le reliquie in dette Giarre sepelite. Maddalena Andrei, cognominata la Filosofa, altra complice in detti delitti, morta in queste carceri impenitente, e di già sepelita alle Giarre come strega, acciò pe' suoi misfatti non resti n'anco al mondo vestigia alcuna, danamo il nome di quella, assieme con la sua memoria, e tutti li beni di quella e cadauno d'essi, situati in questa Giurisdittione, pronuntiamo al Fisco di Castellano per confiscati". Paris Madernino giudice delegato (M. Craveri Sante e streghe, biografie e documenti dal XIV al XVII secolo, Feltrinelli, 1980, pp. 276-279)
Il caso di un processo a una singola strega era molto raro: frequentissimi, invece, erano i processi di gruppo, come quello delle "streghe di Nogaredo" (1646-47) di cui riportiamo la sentenza. Nei giudizi inquisitori, la prima accusata, sotto tortura, faceva altri nomi (nell'illusoria speranza di salvarsi o, semplicemente, per mettere fine alle sofferenze) e venivano così coinvolte altre donne, spesso madri e figlie, come nel caso in questione, dove una delle accuse era avere la madre (Dominica) permesso che il diavolo avesse rapporti carnali con la figlia dodicenne (Benvenuta). Riportiamo la sentenza del giudice Madernino tratta dagli atti del processo.
"Noi Paris Madernino, giudice delegato della giurisdittione di Castellano [...] volendo et intendendo venire all'espedittione del processo criminale formato da questo ufficio, contro: Dominica del q. [quondam] Tomaso Camelli, Lucia sua figlia, moglie di Antonio Caveden, Dominica del q. Valentin Gratiadei, Isabetta del q. Gradiadé Gratiadei, Polonia sua figlia, cognomi-nate le Brentegnane, Maddalena, moglie di Antonio Andrei, detta la Filosofa, Catterina, moglie di Agostino Baroni, detta la Fitola, Zinevra de q. Valentin Chemola, in quello, di quello et sopra quello che, non havendo il timordi Dio avanti agli occhi, nè gli mandati dalla Santa Madre Chiesa, ma sedote dal spirito infernale, come nel processo appare:ch'esse et cadauna d'esse han negato il nostro grande Iddio, creatore del cielo e della terra, trino e uno, con haver renuntiato al sacramento del Battesimo, havendo fatta tal renuntia avanti il demonio in ispecie et forma umana, seducendosi una per l'altra a comettere tal mancamento, e permettendo, per maggior damnatione delle lor anime, d'essere rebatizzate una dall'altra con nuova infusion d'acqua sopra del capo, alla presenza dell'istesso demonio, che in quell'atto sempre se ne stava, a guisa di leone, per alegrezza ruggiendo; mutandosi il suo vero nome, hauto nel fonte battesimale in alto nome comenticio, sotto il qual compiacevansi esser chiamate, e dal detto demonio essere signate in alcuna parte del corpo, con ferro fogato, dando rispettivamente a quello in segno della loro fedeltà verso diluì alcun fragmento della propria veste, per essere scanzelate dal libro d'eterna vita, e poste in quello di eterna damnatione;
pervenendo a tanta perfidia, inhumanità et empietà, che, non solo se stesse s'han consacrate al demonio, ma indotte altre persone, et anca le proprie figlie, a renuntiare al sacramento predetto del Battesimo, e promesso quelle essere all'istesso demonio, padre delle bugie, consacrate; al comando del quale, inimico del genere humano, s'eran obbligate far ogni sorta di mali e scelleratezze;
che con nefandissimo onto s'ontavano per prescrizione dell'istesso demonio in alcuna parte del corpo, e a hore comode erano portate dal demonio in sinagoge e luoghi dove si faceano diversità e quantità d'incantationi, sortilegi, giochi bestiali, et hereticali stregamenti in honore e culto dell'istesso Belzebò, principe di tutti li demonii;
portando in dette sinagoge e maledetti congressi, cadaveri di fanciulli che furtivamente da cimiteri exhumavano in tempo di notte; et quelli al demonio lor signore, che tramutato in forma di becco sopra d'eminente trono se ne stava, offerivano, alcune parti a lesso et altre a rosto; conservando alcuni grassi e parti del corpo per far violenze, veneficii, stregamenti, causando danni infiniti e infirmitadi incurabili;
maledicendo con le br sacrileghe lingue et hereticali il nome del nostro grande Iddio, della gloriosissima Vergine sempre immaculata e di tutti li Santi del Paradiso, ogni volta che componevano li diabolici onti per commettere stregamenti, e polveri mescolando diversità d'herbe, grassi et altre robe, con il Santissimo Sacràmento dell'Eucarestia, che con mani sacrileghe han tratto fori de boca, quando nella santa Chiesa di Dio a quello indegnamente si sono accostate; facendo dani a persone, animali, e destrugendo diversità di frute de campagna con incanti, tempeste, venti e tempi impetuosi; facendo alegreze, festini, e balli avanti le chiese a sprezo della gran maestà di Dio benedetto, attribuendo il tutto a gloria del diavolo lor signore;
aggiungendo sempre mali a mali, cometendo fornicatione e respetivamente sodomia insino coll'istesso diavolo;
visto il processo con li testimoni essaminati, dove manifestamente si comprova il corpo dei diversi delitti per esse comessi; oltreché havendo dato competente termine a dete ree per far le sue difese, et a Isabetta Gratiadei e Polonia sua figlia apsenti, citate e proclamate a comparere e presentarsi per scolparsi, nè curandosi comparere, ma restando tuttavia contumaci; qual contumacia le rendono più colpevoli di tanti delitti;
viste le dottissime difese e viste finalmente le cose che devonsi vedere; reinvocato il nome della Santissima Trinità, da cui ogni retto e giusto giuditio procede; sedendo in questo luogo pro tribunali; sententiamo e condanamo le predette Dominica Camelli, Lucia Caveden, Dominica Gratiadei, Catterina Baroni, Zinevra Chemola, Isabella e Polonia Gratiadei, che per il ministro di giustizia a tutte, et a ciascuna di esse, sopra le Giarre, luogo a quest'effetto destinato, gli sii tagliata la testa dal busto, a tal che se ne morino e l'anime loro si separino dalli corpi: et inoltre li cadaveri vengano abbruciati e le reliquie in dette Giarre sepelite. Maddalena Andrei, cognominata la Filosofa, altra complice in detti delitti, morta in queste carceri impenitente, e di già sepelita alle Giarre come strega, acciò pe' suoi misfatti non resti n'anco al mondo vestigia alcuna, danamo il nome di quella, assieme con la sua memoria, e tutti li beni di quella e cadauno d'essi, situati in questa Giurisdittione, pronuntiamo al Fisco di Castellano per confiscati". Paris Madernino giudice delegato (M. Craveri Sante e streghe, biografie e documenti dal XIV al XVII secolo, Feltrinelli, 1980, pp. 276-279)
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