Testosterone e comportamento

Testosterone e comportamento



Lasciate perdere le eroine ultrarisolute alla Lara Croft: in caso di pericolo sono gli uomini i primi ad avere il "polso" della situazione. Almeno secondo quanto emerge da una ricerca recentemente presentata al convegno annuale della Radiological Society of North America.
Per capire come i due sessi reagiscono alle situazioni d’emergenza, un’equipe dello Jagiellonian University Hospital di Cracovia, in Polonia, ha sottoposto a risonanza magnetica funzionale 40 soggetti adulti, 21 uomini e 19 donne. Ai volontari sono state mostrate due batterie di immagini riguardanti oggetti e situazioni quotidiane: la prima riferita a circostanze negative, la seconda a momenti positivi.
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere. Nel guardare le figure negative, le donne hanno mostrato una più significativa attivazione della parte sinistra del talamo, un’area che scambia informazioni sensoriali con i centri del dolore e del piacere della corteccia cerebrale. Negli uomini invece, ad attivarsi maggiormente è stata la regione sinistra dell’insula, che gioca un ruolo chiave nel controllo di attività biologiche involontarie come respirazione e battito cardiaco. In pratica, tutto ciò che occorre per preparare il corpo a confrontarsi con un pericolo, o a darsela a gambe. «Questo potrebbe voler indicare che quando si trovano a dover fronteggiare situazioni pericolose, gli uomini sono più propensi all’azione» ha detto Andrzej Urbanik, a capo dello studio «mentre le donne dedicano maggiore attenzione all'identificazione dei sentimenti suscitati dallo stimolo».
Che bei ricordi! Le signore si sono mostrate più emotive anche nella parte più "piacevole" dell’esperimento, quando sono state sottoposte cioè, a immagini che evocano situazioni positive. In questo caso, le volontarie hanno mostrato rispetto ai loro "colleghi", una maggiore attività nel giro temporale superiore destro, un’area cerebrale associata alla memoria. Come se, ipotizzano i ricercatori, le donne associassero gli stimoli positivi a un contesto sociale allargato o a un particolare ricordo. Mentre gli uomini si concentrano maggiormente sulla natura dello stimolo visivo in sé.


Testosterone ed estrogeni hanno un ruolo essenziale nell'organizzare e attivare schemi comportamentali sesso-specifici negli animali a riproduzione sessuale. Il testosterone attiva direttamente i recettori androgeni (RA) nei tessuti bersaglio, come i muscoli. Gli estrogeni, prodotti principalmente dalle ovaie, sono a mala pena rilevabili nel sangue dei maschi della maggior parte delle specie, ma nei maschi il testosterone può essere convertito in estrogeno a livello cerebrale e questo estrogeno derivato dal testosterone si è dimostrato coinvolto nel controllo di molti comportamenti maschili.

Ora una ricerca condotta da biologi dell'Università della California a San Francisco ne chiarisce alcuni passaggi fondamentali mostrando che il testosterone non è un fattore essenziale per la mascolinizzazione dei circuiti cerebrali.

"Si sapeva che testosterone ed estrogeni sono essenziali per i comportamenti maschili tipici in molte specie di vertebrati. Ma il modo in cui questi due ormoni interagiscono per controllare la mascolinizzazione del cervello e del comportamento restava tutto da determinare", osserva Nirao M. Shah, che firma con i collaboratori un articolo in merito pubblicato sulla rivista Neuron.

Shah e colleghi hanno scoperto che durante il picco neonatale di testosterone l'espressione di RA nel cervello in sviluppo è estremamente bassa, cosa che rende improbabile che la via di segnalazione del testosterone mediata da AR abbia un ruolo di primo piano nella mascolinizzazione dei circuiti cerebrali.

Successivamente i ricercatori
sono ricorsi a un approccio genetico per silenziare l'espressione dei RA nel sistema nervoso dei topi. Hanno potuto così osservare che questi mutanti continuavano a esibire i caratteristici comportamenti maschili di accoppiamento, lotta e marcatura del territorio, ma che tuttavia era una marcata riduzione di alcune componenti di questi comportamenti maschili, relative in particolare alla loro frequenza e intensità. Se ne può dedurre che il testosterone non controlla la differenziazione del cervello e del comportamento in senso maschile, ma ne regola i livelli di espressione.

"Le nostre scoperte, insieme a risultati precedenti, suggeriscono un modello del controllo degli schemi comportamentali maschili in cui l'estrogeno mascolinizza i circuiti nervosi per accoppiamento, lotta e marcatura del territorio, mentre testosterone ed estrogeno generano i tipici livelli maschili di questi comportamenti", ha concluso Shah

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