La terza età e l'amore

L’amore, come la speranza, è l’ultima a morire. Non conosce limiti di età. In effetti, migliora con l’età per la maggior parte di coloro che hanno vissuto e amato abbastanza a lungo. Spesso abbiamo paura di invecchiare, e immaginiamo la terza età come un momento di debolezza fisica, di solitudine , di emarginazione, invece che di scoperta, di gioia e di vero amore.
Con la terza età non viene meno la vitalità dell´anima,anche se il corpo necessita di maggiori attenzioni e cure. Anzi,proprio la sfera pensante, le relazioni, l´interesse verso gli altri,il coinvolgimento affettivo costituiscono altrettanti efficaci strumenti per vivere più a lungo e in buona salute. L’amore è una complessa combinazione di emozioni che coinvolge : l’attrazione, l’affinità di pensiero , di interesse, negli anziani, l’amore si basa principalmente sulla spiritualità , in questa fase diventa meno passionale, ma si arricchisce come rapporto.
Si ama più a lungo, perchè si vive più a lungo, e, vivendo di più, il problema dell’amore è presente più a lungo, anche perché i sessantenni di oggi (uomini e donne) sono in gran parte molto diversi, più attivi, di quelli di ieri. L’idea che la sessualità sia connessa obbligatoriamente alla capacità di procreare porta spesso a considerare, erroneamente, l’anziano come asessuato. Si tende a voler attribuire ai giovani i piaceri della carne e le gioie della procreazione, ai vecchi le virtù della saggezza asessuata e priva di bisogni. Quindi, in realtà, gli anziani che fanno sesso non lo fanno come o quanto vorrebbero, a causa della pressione sociale che li costringe ad adottare un ruolo prescritto. L’eventuale declino nella sessualità delle persone anziane assume, quindi, una certa consistenza solo dopo i 75 anni. Inoltre, tra i fattori che determinano una diminuzione o una sospensione dell’attività sessuale, non si possono trascurare meccanismi psicologici come il senso di colpa e di vergogna per avere ancora esigenze e pulsioni del genere e, forse ancora di più, il pregiudizio radicato che gli anziani siano incapaci di vita sessuale. Condizionamenti culturali e sociali che gravano sulle persone e ne influenzano la condotta.
Gli ultrasessantenni guardano alla terza età come a una stagione attiva e ricca di esperienze, comprese quelle emotive. A 75 anni solo un uomo su quattro perde interesse per la sessualità. Studi condotti da Masters e  Johnson (1967), indicano che le persone, fisicamente sane, restano sessualmente attive fino in tarda età, ossia fino ed oltre gli 80 anni. Ad 80 e 90 anni esiste, quindi, sia nell’uomo che nella donna, una certa capacità di rapporti sessuali, come d’altra parte permangono desideri e sogni erotici. Naturalmente su questo aspetto incidono alcuni fattori fondamentali, tra cui la differenza di genere, l’educazione ricevuta, le esperienze di corporeità e sessualità vissute da bambini e da giovani, il rapporto precedente della coppia e così via. Fortunatamente la storia personale di ogni soggetto agisce come fattore condizionante anche in senso opposto a quello che ci si aspetterebbe, perché l’Io della persona anziana a volte riafferma a sorpresa le proprie vere e profonde esigenze, magari soffocate lungo tutta la vita precedente. Specialmente la donna può improvvisamente sentirsi libera dai vecchi stereotipi e condizionamenti, e, grazie alla sua propensione a lasciarsi guidare dai sentimenti, può ritrovare un’attività sessuale piena e soddisfacente (Goleman, 1996).
Dunque, contrariamente a certe idee preconcette, la sessualità non scompare con l’età, ma segue piuttosto un principio di continuità, in base al quale la vita sessuale in età avanzata dipende da quella che si è vissuta nel corso dell’intera esistenza. Klentze (2005) nel suo libro Restare giovani sostiene che l’aumento del benessere psicofisico deriva dall’attività sessuale, che egli identifica come uno dei fattori che ringiovaniscono dal punto di vista emotivo, fisico e psichico. Il sesso è per Klentze l’elisir di lunga vita. Naturalmente, come per ogni età della vita, la pulsione sessuale dell’anziano è correlata allo stato di salute e alla validità fisica, aspetti interdipendenti con il benessere psicologico personale.
Gli studi sull’invecchiamento sessuale, sottolineano i timori, gli stereotipi e la mancanza di conoscenze adeguate, anche di ordine fisiologico. Come sottolinea Giorgio Abraham, psicosessuologo dell’università di Ginevra, la senescenza si è fatta coincidere, per la donna, con la menopausa, presupponendo in questo modo un’involuzione della sessualità. Inoltre, nell’uomo non sono rare l’impotenza secondaria e l’incapacità eiaculatoria, mentre nelle donne si riferiscono disfunzioni orgasmiche, dolori durante il rapporto sessuale, vaginismo, tutti disturbi che possono essere legati ad una reazione emotiva inadeguata, ansiosa e spesso fobica, alle modificazioni fisiologiche descritte più frequenti nell’uomo che nella donna. La paura di “aver perduto la virilità o di non essere più donna” è uno stato d’animo frequente e spesso, almeno apparentemente, reattivo alla diminuita efficienza sessuale. Le persone, d’altra parte, finiscono con l’accettare di buon grado una visione riduttiva della propria sessualità, spesso colpevolizzandosi per i loro desideri erotici, e con una condiscendenza eccessiva sono disposte a passare per impotenti. Fuori da stereotipi passati e presenti, si può concludere che la dimensione sentimentale, al pari di altre componenti positive della vita attiva, contribuisce ad umanizzare e socializzare la condizione degli anziani contribuendo ad evitare solitudine ed emarginazione.
Terza età non vuol dire appendere il fascino e la cura di sé al chiodo per dedicarsi a tutte quelle attività considerate "da pensionati". Al contrario avere più tempo libero è sinonimo di nuove opportunità: più svago, più amici e perché no, più avventure sentimentali e piccanti. Soprattutto se si considera che in età matura si vive una seconda primavera sensoriale, e anche se si hanno meno rapporti sessuali completi, è decisamente più alto il grado di soddisfazione.
La soddisfazione però non ha confine e anche oltreoceano lo stereotipo del pensionato triste, pigro e insoddisfatto a letto, è stato messo in cantina da tempo. Lo studio americano "Love and sexuality in aging" riporta una ricerca dell’urologo Ira Sharlip, professore dell’Università di San Francisco, che racconta per esempio che i tre quarti degli uomini e i due terzi delle donne di età compresa tra 80 e 102 anni, hanno una vita sessuale ricca e appagante.
In genere diminuisce il numero delle penetrazioni ma aumentano le coccole "sfiziose": dalle carezze reciproche dei genitali fino alla masturbazione. E non è tutto, gli overAnta, consapevoli del fascino che esercita l’esperienza e delle capacità del proprio corpo, si lanciano sempre più spesso alla conquista di nuovi amori: avventure esotiche e inebrianti con partner anche molto giovani.
Molte ricerche nel corso degli anni hanno parlato e descritto gli anziani come sessualmente attivi. Primo tra tutti il Censis che già nel 2000, con la ricerca "Gli italiani e il sesso", sottolineava come il 73,4% dei nostri connazionali fra i 61 e i 70 anni e il 39,1% degli over70 nel Belpaese si abbandonasse pienamente ai piaceri del sesso. Quasi a confermare lo stereotipo del macho italico, l’istituto di ricerca italiano riportava anche che sette over70 su dieci si dichiaravano molto appagati a livello sessuale, così come l’82,8% degli over60.
I dati statistici dunque smentiscono i luoghi comuni relativi alla vecchiaia e al sesso. I più maliziosi però potrebbero pensare che ci sia stato un cambiamento nelle abitudini sessuali degli anziani e che sia stato favorito dalla comune pillola blu, il Viagra. In realtà questo "aiutino" ha semplicemente assecondato desideri sessuali e bisogni senza età.Basta pensare allo studio condotto dalla sessuologa Ulrike Brandeburg e pubblicato sul The local: sono state intervistate donne tra i 75 e 79 anni che hanno rivelato con candore di avere ancora forti desideri sessuali, parecchie fantasie erotiche e di non aver rinunciato affatto a vivere liberamente e con coscienza la loro femminilità. Anche l’Osservatorio Differently, in uno studio riportato dall’Apcom, rivela che le donne a 50 anni non vivono come casalinghe disperate ma piuttosto come le 4 amiche peperine di un altro telefilm: Sex&The City.
La terza età anagrafica infatti non corrisponde più e forse non ha mai corrisposto ad una decadenza sessuale, né per lui né per lei. Anche il cinema degli ultimi tempi indica che gli overAnta di oggi sono decisamente diversi dai loro coetanei di qualche anno fa. Pensiamo per esempio a Josef, il protagonista del film ceco Vuoti a rendere: abbandona la scuola e invece di andare in pensione, si ricicla come magazziniere. Tra una disavventura e l’altra intanto non rinuncia a diverse fantasie erotiche con vecchie e giovani colleghe, fantasie che qualche volta diventano realtà. Ma possiamo pensare anche a Edward Cole, interpretato da Jack Nicholson, e a Carter Chambers interpretato da Morgan Freeman: due anziani che da una clinica decidono di lanciarsi all’avventura, di togliersi tutti gli sfizi che non si sono tolti negli anni passati, perché, come dice il titolo del film, Non è mai troppo tardi.
Se l’età cambia, mutano anche i modi di fare l’amore, di vivere pienamente la propria sessualità. Questo non vuol dire che il sesso praticato dai più grandi è meglio o è peggio di quello dei più giovani, è semplicemente diverso. Il corpo anche se con qualche acciacco in più, può stupirci ancora. Il sesso è un hobby che piace a tutte le età e lo dimostra una ricerca pubblicata sul British Medical Journal.
Il segreto è darsi tempo, dedicarsi all’intimità con il partner in modo più intenso che in passato e prendersi cura del proprio corpo. Concentrazione e benessere dunque, da alimentare anche con una dieta ad hoc e qualche trattamento estetico e rassodante. Mangiar bene è utile per tenere sempre l’organismo ben oliato e pronto all’amore, riducendo l’apporto di grassi e preferendo cibi leggeri e nutrienti, ma essere equilibrati nell’alimentazione non è abbastanza. La perdita di peso infatti va accompagnata con il rassodamento muscolare, ottenuto magari con un po’ di walking, cioè la classica camminata all’aria aperta o con un programma specifico seguito in palestra.

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