Introduzione e prologo





Ci sono diverse variabili che fanno di un delitto(ne avvengono a decine ogni giorno da epoca immemorabile)in un fatto di cronaca che rimarrà impresso nella memoria collettiva.

Iniziamo ad esaminarne alcune: un delitto misteriso che misterioso non è, un delitto di semplice risoluzione che in realtà si rivela misterioso ,una protagonista, preferibilmente giovane e bella che è vittima, ma si può rivelare carnefice,una vittima che poteva essere il carnefice,figure di contorno che sostengono o coprono la donna vittima e carnefice,una famiglia potente che cerca di confondere le indagini,un fratello ambiguo nei rapporti con la protagonista e pronto a tutto,una “buona società ricco berghese “ che fa da sfondo e commento,la comparsa della politica che cerca di orientare o distogliere dall’azione criminosa.

Tutto questo renderà un semplice e ,forse ,banale delitto,in un piatto succulento per stampa,amanti del noir,guardoni della cronaca e con alte probabilità sarà dichiarato il delitto del secolo.





Il delitto



Il 2 settembre del 1902 Bologna,città opulenta e pigra,regno della buona borghesia ,si sveglia come ogni giorno.Ma quel giorno non sarà uguale ad altri e la città sarà scossa come da un tornado da un avvenimento che farà parlare,crerà alleanze e riveridirà invidie e odi e sarà al centro di fervide discussioni nei circoli e nei salotti del tè della buona società.



Giusto nel pomeriggio di quel 2 settembre la polizia farà irruzione in un appartamento situato al numero civico 39 di Via Mazzini.Per terra ,in una pozza di sangue giace il corpo di un uomo.Il corpo giace in una pozza di sangue nero,è in avanzato stato di decomposizione e brulicante di vermi.

L’odore della decomposizione toglie il respiro e i poliziotti si coprono naso e bocca con fazzoletti.

Il cadavere non è di un bullo di periferia qualsiasi,ucciso in una resa dei conti.

Il corpo appartiene al conte Francesco Bonmartini,un personaggio molto noto in città.

I poliziotti notano che una coltellata gli ha trefitto la trachea,un ‘altra lo sterno.Uno scempio. Insieme alle forze dell’ordine sono presenti anche il Prof. Augusto Murri e suo figlio, l’avvocato Tullio, rispettivamente il padre ed il fratello della moglie del Bonmartini, Linda, che al momento si trova a Venezia con i figli e la servitù per i bagni.

Il letto è sfatto,come dopo un amplesso,due calici di champagne sul tavolo,lunghi capelli,evidentemente di donna ,si notano tra i lenzuoli dove sono trovate anche delle mutande da donna.

Spicca un biglietto in bella vista nel portafogli del conte: “Caro Conte,

sta bene per giovedì 27 anche l’ora. Desidero però che ti trovi alla porta di via Pusterla, perché in quel posto si è molto veduti dagli inquilini di fronte. Intanto, non mi resta che baciarti tanto. Distintamente sono tua. B.”

Il cassettone della contessa è stato scassinato, mancano i gioielli, e le custodie vuote sono state gettate a terra. Non si trova più un portafogli del conte, quello dove solitamente teneva le cifre più consistenti.

Nella camera dei bambini c’è della cenere di sigaro tra i due letti, due panetti e impronte di scarpa sul copriletto.

A terra due asciugamani insanguinati, nel bagno un catino con acqua e sangue. Altre tracce di sangue, disseminate dappertutto nell’appartamento, fanno pensare che l’assassino (o gli assassini) sia rimasto ferito e costretto a lavarsi.

La prima ipotesi è quella dell’omicidio per rapina. Un convegno amoroso clandestino trasformato in agguato, confermato da testimoni che erano a conoscenza delle scappatelle del conte. Tullio Murri spedirà alle autorità un biglietto da Venezia, dove si è recato per avvertire la sorella, in cui assicura che il portafogli sparito conteneva molto denaro e che è in possesso di particolari su una tresca del cognato “con donna seguita da malviventi”.

La cosa che rende ai nostri occhi interessante il delitto è che al sopralluogo assistono anche il grande professor Augusto Murri e suo figlio Tullio.

Il conte Francesco è infatti il marito di una delle donne più in vista di Bologna:Linda Murri,figlia del professor Augusto Murri,luminare della medicina,medico della famiglia reale e importante esponente politico.Linda non è presente, al momento si trova a Venezia con i figli e la servitù per i bagni.

Biglietto e mutandine sono i primi due indizi che catturano l’attenzione della stampa e di tutti coloro che iniziano a seguire le indagini.Il delitto pasionale e fortuito prende piede come prima ipotesi,ma le prime perizie smentiscono questa traccia: le mutandine ritrovate nel letto del conte non sono mai state indossate, come attestato dai lacci ancora perfettamente stirati e la data sul biglietto è sbagliata perché il 27 agosto 1902 cadeva di mercoledì e non di giovedì.

Inoltre, gli esami praticati sul cadavere mettono in dubbio la prima versione: secondo i medici che l’avevano effettuata, il Bonmartini sarebbe stato affrontato di sorpresa da qualcuno già in agguato all’interno della casa mentre varcava la soglia che dall’anticamera immetteva nell’appartamento, ancora con l’ombrello e la valigia in mano, così come la portinaia Teresa Cicognani ricordava di averlo visto il pomeriggio del 28 agosto, arrivato da poco dalla stazione mentre saliva in casa sua, per l’ultima volta.





La vittima(o il carnefice)



Il ritratto dell’epoca ce lo rimanda come bell’uomo,piacevole aspetto,un uomo che pienamente rientrava nei canoni di gradevolezza estetica del periodo.

Ma chi era Francesco Bonmartni?.Apparteneva alla buona borghesia imprenditoriale e intellettuale del Centro Nord.La sua famiglia era conservatrice,rigidamente cattolica e monarchica.

Famiglia di antiche origini:nobiltà,piccola oscura nobiltà decaduta,padovana,originaria di Padova e poi trasferitasi nella capitale Roma.

Era uso comune che il titolo,in questo caso Conte,spettasse ai primogeniti maschi,e cos fu per Francesco.

Don Bosco al cui rinomato istituro la famiglia aveva affidato l’educazione del contino ,di lui diceva:”Il nostro caro Franceschino non potrà far bene il prete,ma può far benissimo nella vita”

Quanto Don Bosco avesse visto giusto non è da discutere,certo è che nella vita combinò poco e senza dubbio al di sotto delle aspettative del padre.

All’epoca,la sua giovinezza,già denunciava una scarsa propensione per preghiera,meditazione,funzioni religiose e stdio ed una evidente attrazione per belle ragazze e una passione per la musica.

Il giovan signore appariva soggetto senza pose snobbistiche che il ruolo nobile e ricco borghese poteva conferirgli.Un uomo dal pensiero semplice,lineare,incapace e non interessato a qualsasi pensiero profondo.

Un soggetto in fondo semplice,con desideri e interessi semplici.Un fanfarone e affabulatore:gli piaceva spacciarsi per grosso azionista  delle ferrovie o membro importante di qualche grande società.Insomma il mondo è sempre stato pieno di uomini come lui,grossolani,presupponenti,sempliciotti,presuntuosi insieme.

Un uomo che ama la comodità e il benessere.Scrive e ne abbiamo molte,lettere e ,cosa buffa,in esse parla sempre di cosa mangia e delle sue poco interessanti funzioni fisiologiche:”Mi alzo per andare al cesso”Ama collezionare,ma ai tempi era cosa comune,cartoline pornografiche che conserva ,anche dopo il matrimonio ,nella sua camera da letto.

Un omuncolo qualsiasi,tirchio pure:si narra che un giorno tentò per pagare mezzo biglietto,di far passare per più piccola sua figlia.Cosa peggiore abuserà del suo ruolo e titolo per minacciare e far punire il povero conduttore che gli contesta la menzogna.Tutto questo già ci fa presagire come la sua entrata nella famiglia murri,marito di una donna intellettuale e libera come Linda fosse destinata alla tragedia.Ed in effetti l’entrata nella famiglia Murri fu solo il prologo di una tragedia annunciata.

Fu descritto come violento,arrogante,donnaiolo,certo non più di tutti gli uomini del suo tempo .Bonmartini rispondeva in pieno ad una comunissima tipologia di marito padrone,solo che non incontrò la sua schiava.



Il Professor Murri(vittima o carnefice?)




Il professor Murri era un vero mito vivente.Il padre di Linda e suocero del Bonmartini era titolare della cattedra universitaria di clinica medica.Era un puro razionalista,un positivista,fi accusato ,durante il processo,di ateismo e certo ateo lo fu.Nonostante questo monsignor Bonelli,prelato autorevole e aperto disse di lui:”Camminiamo per diverse vie,ma riusciamo ad arrivare ad una stessa meta”Al monsignore il grande professore ricordava,come ebbe modo di dire l’imperatore Marco Aurelio,imperatore melanconico e saggio insieme.

Intransigente con se stesso lo era tanto più con gli allievi:”Se avete scelto medicina per far soldi avete sbagliato,usava dire ad inizio lezioni,i ciarlatani guadagnano molto più dei medici”



“Abbiate modestia e il dubbio che solo il sapiente ha”I medici discepoli lo amavano e temevano allo stesso tempo.

Murri proveniva da una famiglia di idee liberali,il padre,l’avvocato Giovacchino era stato un patriota.Giovacchino aveva fatto parte delle bande di insorti delle Marche che nel 1831avevano tentato di ribellarsi al dominio pontificio.Nel 1849 era a Roma con saffi e Mazzini,fu giurato nemico del potere papalino e naturalmente Augusto crebbe imbevuto da questi principi.

Non devenne avvocato Augusto,studiò medicina e si laureò brillantemente.Fu prima medico condotto,poi scelse la carriera universitaria.La sua preparazione e la sua brillante intelligenza gli consentirono prima di vincere una prestigiosa borsa di studio in Germania,dopo ,tornato in Italia,di vincere giovanissimo,la cattedra di clinica medica a Bologna,una delle cattedre universitarie di medicina più prestigiose d’Italia.

Era un democratico vero,sincero fino all’ingenuità.

“Noi non meditiamo ribellioni né sognamo di svellere dalla terra il male:siamo i primi a condannare quei forsennati che,in nome della classe sociale predicano l’odio di classe”

Un intellettuale borghese che si compiaceva del ruolo di innovatore,si dichiarava socialista nel senso etimologico del termine.

Il sicialismo per gente come i murri che non aveva problemi di conciliare il pasto con la cena ,era una piacevole astrazione intellettuale.

Augusto sposò una donna molto religiosa e questo non inferì in nessuno modo né sul pensiero del professore,che sempre poco tenne in considerazione la moglie,né sull’educazione dei figli:Tullio e Linda che fu una strana commistione tra regole sociali e di status e trasgressione delle stesse.



Tullio Murri(vittima o carnefice?)

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