Io e il cancro 1

Molti sono i momenti ,improvvisi,inaspettati,a volte cercati che cambiano la vita alcune
la cambiano di poco,per altri muori e ,forse,rinasci .Io sono morta due volte,sono morta ad una vecchia vita e ho cercato di rinascere.Non semplice ,forse inutile.
Due volte ho provato.
La lettera mi osservava ben chiusa sul tavolo,la solita lettera del controllo di prevenzione per carcinoma mammario.
Non avevo mai tenuto in grande considerazione quel tipo di lettera,passavo accanto ,non aprivo,dopo settimane buttavo via
Ma stavolta la lettera mi osservava ed io sentivo.
Sensazione forte,impossibile da ignorare,sapevo,anzi sentivo,poiche' poche cose so,ma molte sento.
Non mi piace sentire,ma e' una cosa che succede da sempre e non si puo ignorare.
Come sempre succede chiunque ti stia accanto fa seria opera di rassicurazione,cosa sciocca e quasi sempre inutile,ma pare sia un ruolo istituzionale da non poter evitare.
Comunque andammo a fare questa mammografia.
Potevo anche non farla,sentivo,lui insisteva ,quasi infantile,a dire che era una formazione x e non y e che lui era medico e lo sapeva.
Il fatto che fosse medico invece mi agitava di piu',in memoria del fatto che già 9 anni prima mi aveva diagnosticato una colica temporanea che invece durava dagiusto 9 anni ed era una malattia cronica infiammatoria intestinale non curabile.
Le sue diagnosi al momento mi interessavano pochissimo ed entrai.
La mammografia non è un esame doloroso,direi fastidioso: ti comprimono i seni in due morsetti e la cosa non è piacevole.
Gira a sinistra,gira a destra,alza il braccio, abbassa il braccio.
Alla seconda volta che la tecnica tornò sul seno destro iniziarono le mie strane e improvvise sensazioni chevfa sempre mi accompagnano.
"È già stata operata a questo seno?'
" Si,tre volte,cisti,fibromi,non ricordo "
Silenzio.
La tecnica tolse le morse e mi disse di rivestirmi.
Poi le parole, poche,dette quasi per scusarsi di quel che sarebbe successo.
"Sarà presa in carico dalla nostra senologa,la chiameremo al più presto"
Io mi digestivo.
Quasi a consolarmi:"Vedrà è molto brava"
Ora se c' è qualcosa che una perdona che affronta un esame diagnostico è proprio quel "Sarà presa in carico" e La chiameremo presto.Il presto è distruttivo anche perché nella sanità pubblica poche cose si fanno in velocità.
Non ci sarebbe stata la classica letterina dopo un mesetto,no ero in "carico" mi avrebbero chiamato.
Nuova cisti? Un fibroma?Avrei capito dalla velocità della chiamata, che in effetti fu più che veloce: tre giorni dopo fui convocata per un primo appuntamento con la senologa.
Tre giorni: fu chiaro che era cosa poco buona.
Non fu cosa buona  da subito.La senologa
 era una dottoressina  abbastanza  giovane  e bellina. Entrò  insieme a me nella stanz a del visite e ,per prima cosa disse di entrare  anche a Ugo:la cosa porrà non male, di più. Pareva aver bisogno di un appoggio ,di una qualche consolazione  rispetto a ciò  che doveva far o dire.
In effetti  disegno subito :"Farei una biopsia ora, una o di quante ce  n'è  bisogno. Do ' un pochino di anestetico  locale e non sente niente "
Che sentissi o meno non aveva  rilevanza, prima si faceva e meglio era,detesto il rimandare.

L'infermiera, che era la più  ttranquilla, dopo me,arrivò  con due o te siringhe di anestetico e un siringhe con una molla a scatto che pareva un cannone. Mi cerchiamo il seno con un pennarello  e intorno cominciarono le famose punturine. Ne fede diverse  e in effetti  non sentivo più  la parte.
"Inizio biopsie,sentirà  fastidio  e un rumore spiacevole, deve scattare ago per prendere il tessuto."
Il rumore era una specie  di schiocco sordo,ma non fu quello che mi impressionata quanto l' ansia evidente sul viso della senologa  mentre guardava  il monitor.
" Vedi.?rivolta all 'infermiera, vedi? Facciamo un'altra, ora un' altra.."Per consolarmi scuote anche la testa e mi veniva voglia di consolare  o lei: vedrà  dottoressina  che non è  nulla"
In conclusione  mi fece 5  biopsie e senza ne ' se né  ma :"Insomma  la cosa non mi piace,invio con urgenza a istologia Livorno. Vi chiamo appena arriva il referto "
A Livorno si dice: e buongiorno  e buonasera. .

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