La scuola medica salernitana

 « Sono altre quattro le città preminenti, Parigi nelle scienze, Salerno nelle medicine, Bologna nelle leggi, Orleans nelle arti attoriali »

(Tommaso d’Aquino)

La leggenda della Scuola Medica Salernitana

In una imprecisata notte di un imprecisato anno del IX (o forse X?) secolo su Salerno si abbatte un tremendo temporale. Il pellegrino greco Pontus ha da poco trovato rifugio sotto gli archi dell’antico Acquedotto dell’Arce. Nell’oscurità si muove qualcosa; Pontus si avvicina lento e diffidente in direzione dell’ombra, e con sua sorpresa si imbatte in un altro viandante, il latino Salernus. Ferito e malandato, Salernus si appresta ad applicare alcune medicazioni sulle sue piaghe, con l’aiuto di Pontus. Intanto, mentre la violenza del temporale comincia a diminuire con il passare delle ore notturne, si aggiungono alla coppia altri due viandanti, l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela.

Dall’aiuto reciproco e dalla collaborazione dei quattro all’alba era già nata la Scuola Medica Salernitana.

scuola medica salernitana
Miniatura che raffigura la scuola medica salernitana

Un intreccio di culture

Naturalmente, quella che avete appena letto è una leggenda. Essa nacque dall’esigenza di dare un’origine e una fondazione alla  prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo, appunto la Scuola Salernitana. Esigenza derivata, a sua volta, dalla mancanza di documenti che ne attestino data e modo d’origine.

Pur tuttavia alla base di questa storia leggendaria c’è, come sempre, un fondo di verità. La Scuola Medica Salernitana, infatti, fu la più brillante e ricca sintesi di quattro culture mediche: quella greca, quella latina, quella ebraica e quella araba.

Tuttavia i medici della Scuola Salernitana passarono alla storia proprio per l’originalità con la quale interpretarono e intrecciarono queste culture. Al di là dello stretto legame tra filosofia e medicina, tipico dell’Europa Medioevale, i medici di Salerno svilupparono un approccio empirico e diretto con i pazienti e la materia, e codificarono per primi il concetto apparentemente banale di prevenzione.

Il Regimen Sanitatis Salernitanum infatti, trattato didascalico in versi latini datato tra il XII e il XIII secolo e redatto da un ignoto medico salernitano recita, tra vari precetti, i seguenti:

 Mentre desini, bevi poco e spesso. (214)

Se vuoi esser leggero di notte, fa corta cena. (195)

Se vuoi esser sano, lavati spesso le mani. (125)

Regimen Sanitatis Salernitanum
Una miniatura del Regimen Sanitatis Salernitanum

Trotula de Ruggiero e le Mulieres Salernitanae

Nella Scuola Medica Salernitana erano ammesse anche le donne, sia come studentesse che come insegnanti. Anzi, le mulieres salernitanae divennero ben presto famose non solo per il loro innato talento delicato, ma anche e soprattutto per la stesura di dotte opere teoriche.

La più famosa e misteriosa delle mulieres fu Trotula de Ruggiero. Figlia di una nobile famiglia salernitana, Trotula visse e operò al tempo dell’ultimo principe longobardo di Salerno, Gisulfo II. Nonostante la sua figura sia avvolta da numerosi dubbi storiografici, pare che ella sia stata l’autrice del trattato  De passionibus mulierum ante in et post partum, che segnò, di fatto, la nascita della ginecologia e dell’ostetrica.

Abbiamo parlato più nel dettaglio delle Mulieres Salernitanae in questo articolo.

Scuola Medica Salernitana mulieres salernitanae
Trotula e le mulieres salernitanae della Scuola Medica Salernitana

L’inizio, la fine e il lascito della Scuola Medica Salernitana

Nonostante la fama eccezionale di cui godette la Scuola Salernitana sin dal momento della sua nascita – vi si recarono in cerca di cure re, duchi e papi – bisognerà aspettare fino alle Costituzioni di Melfi emanate da Federico II nel 1231 perché essa trovi la sua prima codificazione e la sua prima definizione con un preciso programma di studi.

L’istituzione, tradizionalmente considerata come la prima università dell’Europa Medievale – sebbene mai fu chiamata con tale nome – fu soppressa nel 1811 da Gioacchino Murat, in occasione della riorganizzazione dell’istruzione pubblica nel Regno di Napoli.

Resta ancora oggi, tuttavia, il fascino sacro della leggenda.

La sottesa memoria storica di una città straordinaria, che diede i natali a uno sfolgorante esempio di sincretismo culturale e di originalità scientifica.

Beatrice Morra 

Bibliografia e sitografia

Medioevo – I caratteri originali di un’età di transizione, G. Vitolo
http://www.museovirtualescuolamedicasalernitana.beniculturali.it/it/


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