Oppidum, necropoli, luogo di culto, calendario astronomico dei Celti nel cuore d’Europa
Oppidum, necropoli, luogo di culto, calendario astronomico dei Celti nel cuore d’Europa
Glauberg. Il più importante sito celtico. La tomba del principe fu scoperta qui, in Assia (Hessen), gli scavi iniziarono negli anni Novanta del secolo scorso. Glauberg non custodiva solamente la sepoltura del signore guerriero ma anche una meravigliosa statua di arenaria, l’effige del principe, che ci guarda dal passato. È un uomo barbuto, armato, ornato di torque e con uno strano copricapo dall’aura sacerdotale. E non era solo, nella necropoli di Hessen. Altri capi lo accompagnavano. La loro età? V secolo a. C.
Neolitico, bronzo, ferro: la storia millenaria di Glauberg
Glauberg. Un’altura di basalto di 271 metri, contrafforte della cresta montuosa Vogelberg, situata fra le località di Nidder e Seemenbach. Grazie alle condizioni ambientali favorevoli, date da dai terreni coltivabili e dai corsi d’acqua nelle immediate vicinanze, costituiva il luogo perfetto per un insediamento umano. Nel Medioevo s’innalzava qui un castello, nel 1719 il poeta Jacob Roth raccontò in un suo componimento di alcune monete e urne di epoca romana che erano state scoperte in loco nel 1689. Alla metà del XIX secolo, si credeva che i resti di fortificazione trovati sul Glauberg fossero opera di soldati romani.
Ma quando lo studioso Friedrich Kofler iniziò a esaminare il terrapieno individuando due periodi principali di occupazione, uno preistorico e uno tardomedievale, si rese conto che non vi era invece nessuna traccia di fortificazioni romane. Doveva essere qualcos’altro. Il ritrovamento di un frammento di torque di chiara appartenenza alla cultura La Tène, permise di attribuire i resti di costruzione a questa cultura celtica: VI – V secolo a. C.
In realtà la zona di Glauberg aveva visto il susseguirsi di diverse genti: da quella neolitica di Rössen a quella eneolitica di Michelsberg. Nel X – IX secolo a. C. ci fu la Cultura dei campi di urne e, infine, quelle celtiche di Hallstatt e La Tène. Una miniera d’oro per l’archeologia. Finalmente, nel 1912 – 1913, cominciarono gli scavi. Si portò alla luce un oppidum (centro fortificato) che oggi copre una superficie di 8,5 ettari. Le mura di fortificazione sono costruite al modo celtico con pietra, legno e mattoni di fango. L’insediamento è munito di due porte, una situata a nord-est e una a sud della città, e poteva ospitare migliaia di persone.
I lavori di scavo, ripresi nel 1933, furono interrotti sei anni dopo a causa della Seconda guerra. Soltanto alla fine degli anni Cinquanta, lo studioso Heinrich Richter pubblicò un breve resoconto, in cui scriveva che a Glauberg erano presenti degli insediamenti umani a partire dal Neolitico, V millennio a. C., sino al tardo Medioevo, probabilmente al XIII secolo. Ma fu nel 1994 che l’archeologo F. Eckle eseguì un rilevamento topografico della montagna e dei dintorni, che introdusse la ricerca sistematica delle tombe numero 1 e numero 2 situate all’interno dei rispettivi tumuli, a circa 300 – 250 m a sud dell’oppidum. Nel 1996 si scoprì poi la splendida statua del cosiddetto “principe di Glauberg”.
Un complesso celtico monumentale, unico in Europa
Da allora la ricerca archeologica continua, sia nel sito che nelle immediate vicinanze. Nel bosco Enzheimer Wald, per esempio, sono stati trovati resti di sepolture di Hallstatt con recipienti di ceramica tipici di questa cultura, così come un tumulo con resti di cremazione. Nell’area di Hunzgrund, a est di Glauburg, sono state scoperte tre sepolture a fossa dell’età del ferro, contenenti scheletri di uomini e donne fra i 20 e i 40 anni d’età. I gioielli indossati da questi defunti permettono di collocarli nel periodo La Tène. Anche la zona chiamata Klause Buy Scabo Stromectol without Prescription , che si trova a est dei due tumuli funerari di Glauberg, è stata esplorata nel 2005-2006 e qui sono state portate alla luce strutture di case infossate nel terreno e tombe a fossa con scheletri umani del tipo La Tène.
Torniamo al complesso principale di Glauberg. Un complesso monumentale costituito da residenza, necropoli e luogo di culto. Il tumulo 1 ha un diametro di 48 metri. Intorno a esso era stato scavato un fossato con una larghezza di 10 metri e una profondità di 4 metri, interrotto in un solo punto, a sud-est, dove passava la via processionale di 350 metri di lunghezza che conduceva alla collina.
All’interno del tumulo, nella parte nord-ovest, fu scoperta una camera mortuaria in legno di quercia di circa 2, 25 m x 1,07 m con un’altezza di 0,80 m. Nella zona sud-est, una sepoltura a cremazione. Nella tomba nord giaceva un uomo di 28 – 32 anni, alto 1,69m che steso supino con il capo in direzione sud-est. Accanto a lui, una grande brocca di bronzo e un ampio corredo funerario. Lo stato di conservazione del morto era pessimo, le ossa si presentavano frammentate e in parte schiacciate.
Il principe di Glauberg e la sua statua
La statura del defunto stupì gli archeologi. Di solito gli scheletri di individui di quell’epoca e di elevato ceto sociale erano più imponenti. Il principe di Hochdorf, per esempio, misurava 1, 86m e lo scheletro di Asperg 1,84m. In ogni caso la dentatura del signore di Glauberg era in ottime condizioni, il che indicava che aveva goduto di una buona alimentazione sin dall’infanzia. Non fu, invece, possibile capire le cause della morte. Anche il suo vestiario restò un enigma. Il tempo l’aveva consumato interamente. Si trovarono soltanto una cintura di cuoio con ornamenti di bronzo, resti di stoffa e pelle, forse di calzature.
Impressionanti erano invece i suoi gioielli d’oro: due orecchini, un torque finemente lavorato con tre pendenti, un bracciale al polso destro e un anello all’anulare destro. Soprattutto il torque fu per gli archeologi una sorpresa. Fino a quel momento, i torque d’oro erano stati trovati esclusivamente nelle tombe femminili appartenenti alla cultura La Tène. Nelle tombe maschili, invece, i torque erano fatti di bronzo o ferro. Dunque il gioiello d’oro del signore di Glauberg indicava uno status sociale molto alto.
Si trovarono anche altri bracciali e fibule di bronzo. E poi armi. Una spada, delle frecce. Ma il reperti forse più interessanti erano i resti della probabile corona del signore di Glauberg, un copricapo fatto di filo metallico, leggero legno di pioppo e rivestimento di cuoio.
Anche il tumulo 2 conteneva la sepoltura di un guerriero, ma non così fastosa come quella del tumulo 1. Tuttavia le sorprese non erano ancora finite. A circa 2 metri di profondità, in una fossa che appartiene al cosiddetto “complesso sacro” situato a nord- ovest del tumulo 1, si trovò la statua del principe di Glauberg. Una vera sensazione. Un unicum a livello europeo. La scultura di pietra – V secolo a. C. – giaceva supina nella fossa e non era possibile dire dove fosse stata collocata originariamente.
È fatta di arenaria, ricavata da una cava a 3 km di distanza dall’oppidum. Alta 1,86 m, la statua pesa circa 230 kg. Nonostante il suo stato di conservazione sia ottimo, mancano purtroppo i piedi. Rappresenta un guerriero celtico con corazza composita fatta di cuoio e lino. Gli archeologi Leif Hansen e Otto H. Frey ritengono che gli ornamenti a meandri della corazza presentino somiglianze con forme dell’arte greca e/o etrusca. La mano sinistra del guerriero impugna uno scudo ovale, al fianco destro porta una spada (non riconoscibile), mentre la mano destra è rappresentata aperta sul petto.
Ed ecco un’ulteriore sorpresa: il torque raffigurato sulla statua, interessante monile con tre pendenti, corrisponde esattamente al torque d’oro trovato nella tomba del tumulo 1. Anche il bracciale e l’anello raffigurati sulla scultura sono esattamente gli stessi monili che fanno parte del corredo funebre del signore di Glauberg. E il copricapo dalla strana forma che incorona la testa del guerriero litico, potrebbe corrispondere alla corona del principe, i cui resti (filo metallico, legno e cuoio) erano stati trovati anch’essi nella tomba 1.
Una corona che si differenzia dal tipico elmo dei guerrieri celtici, e suggerisce invece una funzione sacra per la sua forma a foglia di vischio. Forse un copricapo sacerdotale? Ricorda senz’altro il copricapo rappresentato sulla stele “Pfalzfelder Flammensäule” che si trova nel Museo Regionale della Renania a Bonn (La Tène, IV secolo a. C.) e quello scolpito sulla testa di una statua celtica del Museo di Baden. La stele del Museo della Renania s’innalzava originariamente su di un tumulo funerario scoperto nei pressi di Hunsrück (regione di Rheinland Pfalz).
Così, guardando la statua del guerriero di Glauberg, possiamo vedere in volto un principe celtico del 500 a. C. I suoi occhi sono a mandorla, leggermente prominenti, porta baffi e barba, la sua bocca ha una piega risoluta. Ma sono stati scoperti anche dei frammenti di altre tre statue di guerrieri, due delle quali presentano resti di corone simili a quella del principe di Glauberg. Si può quindi pensare che le quattro statue si assomigliassero, almeno negli accessori. Gli archeologi ritengono che riproducano le fattezze di principi in carne ed ossa, poiché i reperti portati alla luce nel tumulo 1, come abbiamo visto, corrispondono perfettamente a copricapo, gioielli e armi di una delle statue in questione.
Un calendario astronomico?
La grande brocca di bronzo, trovata nel tumulo 1 accanto alla testa del principe, era fortemente danneggiata a causa dell’azione dei batteri e dell’umidità del terreno. Alta circa 52cm, poteva contenere 4 litri e, al momento della sepoltura, era piena di miele. Un’offerta funeraria per il defunto.
In base allo studio dell’oppidum, della necropoli, del territorio circostante e a una ricostruzione della situazione climatica nel 500 a. C., si è dedotto che Glauberg doveva essere la residenza principale di un signore celtico, attorniata dalle strutture che ospitavano la sua corte e da luoghi di culto. Questo era il nucleo centrale di Glauberg. Invece nell’area di Klause doveva trovarsi un insediamento agricolo per il sostentamento della corte del principe, con le sue case e tombe a fossa. I resti di piante utili alla vita quotidiana trovate in loco, sembrerebbero confermarlo. È probabile che nelle vicinanze si trovassero altre aree produttive.
Infine, ai piedi del tumulo 1, si sono trovati sedici fori praticati nel terreno in cui, un tempo, erano piantati dei pali di legno dalla funzione sconosciuta. Bruno Deiss, professore di Astrofisica, ritiene che si tratti di un calendario astronomico per fissare le festività dell’anno. Il 1 settembre del 2007 è stata inaugurata una ricostruzione del presunto calendario astronomico in situ. Mentre nel 2011 è stato aperto, presso i tumuli funerari, un Museo e Centro di Ricerca, in cui sono esposti tutti gli originali dei reperti finora portati alla luce.
L’oppidum di Glauberg riveste grande importanza nel panorama dell’Europa celtica. Conferma la presenza di gerarchie guerriere in grado di costruire massicce fortificazioni e sviluppare insediamenti di rilievo con funzione di residenza, luogo di culto e centro di commercio. E se davvero la statua del guerriero barbuto riproduce le sembianze del principe ivi sepolto, allora è possibile guardare in faccia uno di questi nostri antenati, i Celti. Nonostante i millenni si siano dati da fare per cancellare i loro corpi.
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