Io e il cancro 8

  Stranamente, quando ci si trova davanti alla vita e alla morte, ci si sente sempre soli. Esclusi dal gruppo, che sembra enorme, di persone sane e forti, la cui quotidianità è piena di preoccupazioni che a noi sembrano d’un tratto secondarie: lavoro, relazioni, soldi, figli, scuola. Ci si sente soli perché tutto gira intorno a un tema che, per la maggioranza delle persone – se non sono troppo anziane –, è ancora molto lontano: la morte. Eppure adesso io mi rendo conto che questa malattia è talmente diffusa da avere assunto una rilevanza sociale. Conosco molte persone che non portano i segni del proprio destino ma che hanno superato grosse difficoltà e vivono, come noi, nella consapevolezza che il cancro è sempre in agguato, pronto a riprendersi il bottino che si è lasciato sfuggire per il momento. Se avessi conosciuto questa stessa gente a una festa, non lo avrei immaginato e forse non lo avrei neanche scoperto. È raro che a un cocktail party davanti a un calice di spumante ci si confidi dicendo che due anni prima si è attraversato l’inferno per un grave tumore e che da allora la vita ha riservato un paio di incubi davvero terribili. Qui invece si chiede direttamente: «Quale cancro ha avuto lei?»"Si diventa un gruppo chiuso,fatto di condivisione di paure ,ansie,di momenti di felicità per cose irrilevanti che solo tra noi possono eddere capite.Ci si conosce,si sanno disturbi da chemio,,da ormonale,da immuno."Cosa fai per il vomito?" "Che crema non ti fa allergia?" "Ma dopo quanto ti è ricresciuta un pò di peluria" "Oggi sei strana?"Frasi straccate e contestualizzate solo dalla nostra condivisione di condannate senza fine pena e senza colpa.

Molti si stupiscono davanti alla nostra testardaggine,a quel ritrovare forze fisiche ormai inesistenti:ma ognuna di noi


ha la netta sensazione che non appena smetterà di combattere giorno dopo giorno la sua battaglia, non appena incaricherà qualcun altro di occuparsi di quel che va fatto, non potrà più tornare a fare quelle poche cose che ancora riesce a fare. Sta conducendo da tempo una battaglia in ritirata anche se lei pone l’accento più su «battaglia» che su «ritirata». Vuole rimanere autonoma a ogni costo. Ha sempre combattuto da sola le sue battaglie e questo rende molto difficile adesso dover accettare aiuto anche per le cose più semplici e dover rinunciare alla propria indipendenza."


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