(Nella foto Mary Cotton,serial killer)
Sappiamo che una grande maggioranza di serial killer ha sperimentato
un’infanzia traumatica soprattutto sotto forma di abusi fisici e
sessuali. Questo si applica sia agli uomini che alle donne (con
l’eccezione delle partner degli assassini maschi). Questa osservazione
non è intesa a difendere il serial killer: molti bambini vengono abusati
e non diventano assassini seriali. Il punto è che un bambino vittima di
abusi può sviluppare uno stato psicologico che facilita l’emergere di
un serial killer, la psicopatia in particolare, che verrà discussa più
nel dettaglio in seguito. Una storia di vita famigliare caotica e
instabile è comune alla maggior parte dei serial killer. Molti di loro
provengono da situazioni famigliari spezzate, e spesso i genitori hanno
un passato di abuso di alcol o droghe e criminalità. Assieme agli abusi,
una precoce interruzione dell’attaccamento fisico ed emotivo di un
bambino alla propria madre e anche al padre può sfociare in disturbi
comportamentali che durano tutta la vita. Ci sono casi di bambini
adottati, che sono stati cresciuti in famiglie stabili e amorevoli, che
comunque sono diventati serial killer. Il danno irreparabile era già
stato fatto prima dell’adozione, quando il bambino era piccolo. Però
nessuno di questi fattori da soli spiega in maniera sufficiente la mente
del serial killer, perché ci sono centinaia di migliaia di bambini
adottati che non sono diventati assassini. Le lesioni cerebrali possono
causare modelli comportamentali violenti, e molti serial killer hanno
un
passato di danni al cervello subiti da bambini o recenti, prima
dell’inizio delle uccisioni. Ma, di nuovo, questa non è la sola causa
del loro comportamento omicida: spesso sono frequenti altri problemi
comportamentali. Molta gente che riporta lesioni cerebrali non diventa
un assassino. I serial killer spesso sono risultati positivi a un
livello anormale di sostanze chimiche nel loro corpo associate a
depressione o comportamenti compulsivi, come monoamino-ossidasi (MAO) e
serotonina. Altre condizioni biochimiche o fisiologiche nei serial
killer hanno incluso bassi livelli di reazione corticale, anormalità
nell’elettroencefalogramma,29 la presenza di un cromosoma Y aggiuntivo e
alti livelli di criptopirrolo – “olio di fuoco nascosto” (o bile) – un
marker biochimico a volte trovato in disfunzioni mentali gravi: un
metabolita umano organico con una struttura chimica rassomigliante alle
sostanze chimiche create dall’uomo simili all’LSD.30 Ci sono anche prove
che suggeriscono che ci possano essere tipi di anomalie congenite
genetiche che portano a lesioni cerebrali comuni a molti serial killer.
Uno studio ha trovato ventitré anomalie fisiche comuni, incluse: punte
delle dita bulbose, capelli sottili o ruvidi ed elettrici, difficili da
pettinare, capelli aggrovigliati, circonferenza della testa oltre la
media, orecchie malformate, clinodattilia (del mignolo), palato ogivale,
plica palmare singola e trasversale, terzo dito del piede più lungo del
secondo o della stessa lunghezza, e anomalie nella struttura dei denti e
della pelle.Infine, la solitudine, l’incapacità di creare legami con i coetanei, il
rifiuto sociale e l’isolamento combinato con l’emergere di fantasie
violente caratterizzano a loro volta l’infanzia di molti serial killer. E
ci troviamo di nuovo davanti al dilemma uovo-gallina. Cos’è arrivato
prima? Il rifiuto da parte dei coetanei che ha portato al disturbo
comportamentale o il disturbo che ha condotto al rifiuto da parte dei
coetanei? O un ciclo di entrambi? Però, di nuovo, non tutti i bambini
soli diventano serial killer: alcuni finiscono con lo scriverci dei
libri. La teoria prevalente è che ci sia un equilibrio delicato tra
un’infanzia caotica o violenta, legami interrotti con genitori e
coetanei, e fattori biochimici che possono innescare un comportamento
omicida. Fattori sociali sani possono intervenire in individui
biochimicamente instabili altrimenti predisposti a un comportamento
criminale; in altre parole, una biochimica sana può impedire a una
persona con un’infanzia turbolenta di diventare un assassino. I
criminali violenti emergono quando tutti o la maggior parte degli
elementi sono sbilanciati. Questa teoria arriva addirittura a spiegare
perché alcuni bambini con difficoltà non diventano serial killer o
perché non tutti coloro che hanno lesioni cerebrali hanno atteggiamenti
criminali. Ci dà anche qualche indizio sul tipo o sul profilo di serial
killer che emerge. È come la regolazione dei bassi e degli alti in un
sistema stereo: alcuni killer sono sicuri di sé e altamente organizzati,
altri sono estremamente timidi e caotici. La combinazione di livelli
dei fattori sopramenzionati nella loro infanzia non solo può dar vita a un serial
killer ma può anche determinare che tipo di serial killer sarà
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